Perth, diario

L’INIZIO DELLA STORIA
Sono atterrato a Perth, capitale del Western Australia, il 25 settembre del 2015. Era il mio primo giorno del mio primo lungo viaggio da solo all’estero, con tutta l’ansia del caso.
Con l’inglese mi ero preparato nell’anno precedente, ma tuttavia pareva non bastare dopo le prime ore da solo in Australia. Avere a che fare davvero con persone in carne ed ossa che mi parlavano nella loro lingua madre, facendomi domande e dandomi informazioni, in inglese, è stato quasi traumatico.
Per le prime due settimane ho alloggiato al Wickham Retreat, un tranquillo ostello in East Perth, a poche centinaia di metri dallo Swan River, il grosso fiume che attraversa mezzo stato e taglia a metà la città di Perth. Il Wickham, in Wickham Street, è un ostello spartano, non molto invitante esteticamente ma dotato di ogni servizio. Ha tre bagni, quattro docce, due cucine, solo cinque stanze, un tavolo da biliardo e, cosa fondamentale per dei backpackers, colazione gratuita, pasta e riso gratuiti durante tutto il giorno, wi-fi gratuito in tutto l’ostello, lavatrice e detersivo gratuiti. Insomma servizi che negli altri ostelli australiani sono quasi sempre tutti a pagamento. Inoltre avendo poche camere non è un ostello caotico, tiene al massimo una trentina di persone e sono quasi tutti lavoratori, quindi è abbastanza tranquillo la sera, non essendo un party hostel.
Ho speso quelle due settimane facendomi l’orecchio alla nuova lingua e perlustrando Perth e dintorni mentre aspettavo di completare le varie trafile burocratiche necessarie a trovare un lavoro ed ad essere poi pagato (parlerò di queste noiose trafile burocratiche nei prossimi articoli).
Oltre a queste pratiche, nelle prime due settimane ho iniziato a cercare lavoro. L’idea era quella di partire per una farm nella zona vinicola di Margaret River, un paio d’ore a sud di Perth, appena dopo quelle due settimane di ostello già prenotate, ma poi avendo avuto qualche colloquio di lavoro in città, ho preferito aspettare per vedere cosa succedeva lì.
Durante l’attesa ho cambiato ostello nella terza settimana e, proprio prima di trasferirmi in questo “Banjos Backpackers”, ho conosciuto due ragazzi italiani, G. e L. (ragazzo + ragazza, solo amici), di Bergamo come me, da pochissimi giorni arrivati al Wickham. Dopo quella terza settimana fuori, sono tornato ancora al Wickham perché il Banjos proprio non mi piaceva.
Al Wickham ho ritrovato L. e G. e con loro ho deciso di trasferirmi in un appartamento in affitto, accantonando l’idea di partire per un lavoro in farm.
Si erano detti disposti a seguirmi nel mio road trip in giro per l’Australia, del quale gli avevo parlato quando li conobbi, motivo principale che mi ha portato lì, perciò decisi di trovare lavoro in città e mettere da parte i soldi per acquistare una macchina insieme a loro (loro che poi sarebbero diventati “lei”, perché “lui” decise di trasferirsi a Melbourne e poi in NSW).
Alla fine a Perth ci sono stato cinque mesi, gran parte dei quali in un appartamento a East Perth, condiviso con L. e una coppia di chef coreani, in tutto e per tutto. Ho trovato lavoro come barista all’Aeroporto, dopo aver consegnato decine di curriculum senza troppa fortuna e aver fatto qualche giornata con contratto casual montando palchi per concerti e spettacoli vari.
Per lavorare al bar ho partecipato a un corso di un giorno per “coffee makers” (giuro) e ho dovuto ottenere l’RSA (Responsable to Serve Alcohol), un certificato che permette di servire l’alcol alle persone maggiorenni – e lucide – senza incorrere in sanzioni. Questo RSA vi sarà richiesto obbligatoriamente in caso vi interessi lavorare nell’hospitality in Australia e si può ottenere dopo aver seguito dei semplici corsi online, che si trovano facilmente in internet e costano nell’ordine dei 30$.
Un altro corso simile è quello per ottenere la White Card, nel caso si voglia lavorare nelle “constructions”, cioè in cantiere, sulla strada o nell’edilizia. Anche qui il corso è solo teorico, una sorta di corso sulla sicurezza nel lavoro, e bastano un paio d’ore per seguirlo online sul loro sito e ottenere poi la tessera a casa dopo un veloce test online.
Il sito dove poter fare i due suddetti corsi (e altri) è questo qui.
LA CITTÀ
Perth conta poco più di 2 milioni di abitanti ed è servita ottimamente dai trasporti pubblici di Transperth. I treni e i bus sono gratuiti nell’area FTZ (Free Transit Zone) e si pagano solo in caso si esca dal centro, fino ad un massimo di circa 9 $ per la corsa più lunga. Se si decide di soffermarsi più di due settimane è consigliabile fare la tessera ricaricabile SmartRider, utilizzabile su bus, treni e traghetti, con la quale si risparmia il 15% su ogni utilizzo.
Dall’alba al tramonto la città è servita anche da quattro linee di bus gratuiti, chiamati CAT (yellow, red, green e il blue che circola fino all’1 di notte per collegare Northbridge), che fanno quattro diversi loop prestabiliti, solo nella zona “free” della città, passando ogni 15-20 minuti da ogni fermata. Mica male eh.
Perth è ricca di parchi (consiglio di rilassarsi a Queens Garden, Hyde Park, l’enorme Kings Park e tutta l’area di South Perth a ridosso dello Swan River), tutti tenuti benissimo, quasi tutti dotati di servizi e barbecue elettrici gratuiti.
In mezzo allo Swan River c’è un’isoletta, chiamata Heirrison island, sulla quale è presente una sorta di “riserva naturale”. In questa riserva recintata è possibile fare camminate e ammirare bellissimi tramonti sulla città, ma soprattutto è nota per la presenza di alcuni canguri. Sono stati i primi canguri visti dal vivo in vita mia.
In città la vita è particolarmente rilassata, a volte fin troppo. Sicuramente molto più tranquilla rispetto alle altre metropoli australiane Brisbane, Melbourne e Sydney, decisamente più movimentate e caotiche.
La vita notturna comunque non manca nel quartiere di Northbridge, ricchissimo di locali in cui tirare mattina e parecchi party hostels, mentre a East Perth, South Perth, in CBD (il centro commerciale/finanziario) e nelle zone più centrali della città, anche nei weekend è difficile trovare ristoranti aperti oltre le 21, anche per l’abitudine tutta inglese di cenare non oltre le 19.
Il pezzo forte della città resta senza dubbio la vasta scelta di bellissime spiagge a disposizione, in particolar modo la famosissima Cottesloe, ma anche Scarborough e City Beach sono molto belle. Io ad esempio, ho preferito Scarborough alla più affollata Cottesloe. Entrambe si raggiungono con mezzora di bus dal centro di Perth.
A circa mezzora di treno a sud di Perth si trova Fremantle, città molto più pittoresca e old-style rispetto alla più ordinata sorellona. Camminando per Fremantle si possono notare parecchi edifici di epoca e stile vittoriano e ci si imbatte in parecchi locali notturni, il Fremantle Market, un mercatino di cibo e vestiti etnici, e parecchi ostelli; di conseguenza è molto comune incontrare orde di backpackers, hippies e artisti di strada.
Sempre da “Freo” (così la chiamano gli abitanti del posto) si può prendere il traghetto per la splendida Rottnest Island, situata qualche km al largo delle coste in cui si può girare esclusivamente in bici o a piedi e dotata di spiagge bellissime e mare cristallino. Su quell’isola si è certi di imbattersi nei carinissimi Quokka, dei piccoli marsupiali presenti solo su quell’isola e oggi protetti da leggi severissime, dopo che sono stati decimati dall’uomo nel secolo scorso.
Ho lasciato Perth il 29 febbraio del 2016 per intraprendere il mio road trip australiano.
Clicca qui per andare alla galleria completa di Perth!
P.S. La musica è sempre stata per me importante quanto l’acqua o il sangue, quindi vorrei aggiungere una canzone che mi ricorda la parte di viaggio appena raccontata, e sarà così per ogni articolo futuro. A Perth ci sono stato cinque mesi e una canzone sola ci stava stretta, perciò ve ne beccate tre: una – due – tre
Prego.
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