• English
      • Italiano

"Non viaggio per scappare, ma per scoprire"

Roadtrip in Europa: Austria, Germania e Repubblica Ceca

Durante l’estate del 2019 ho deciso – con due amici – di intraprendere un corto roadtrip, molto casuale ed essenziale. Dopo aver gironzolato per Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Liguria e Piemonte (in due roadtrip nel 2017 e uno nel 2019), questa volta abbiamo deciso di andare verso nord, uscendo dall’Italia.

Roadtrip europa

La mappa del roadtrip

La prima tappa ci ha portati nella città austriaca di Innsbruck, subito dopo il Passo del Brennero. Un giretto veloce in centro ci ha subito presentato la tipica architettura tedesca, con tetti a punta e guglie affilate. Nella cittadina abbiamo speso giusto poche ore, facendo lo slalom tra i turisti mentre, sopra di noi, il sole lo faceva tra le nuvole.

Da Innsbruck ci siamo diretti a Monaco di Baviera (Germania), dove abbiamo pernottato in un ostello poco lontano dal centro e dalla bella Marienplatz, dove si staglia l’enorme edificio del municipio, finemente lavorato.

A Monaco abbiamo trovato una città piuttosto pulita ed ordinata, ma non abbiamo visitato i palazzi e musei più importanti, vista la serratissima tabella di marcia. Ci siamo comunque concessi un paio di ottime birre in un tipico – e buio – pub bavarese, dove i tavoloni venivano normalmente condivisi con gli altri clienti.

Coppia di anziani tedeschi con la loro pinta delle 10 (di mattina).

In città sono numerose le chiese gotiche e quelle barocche (splendido l’interno di San Giovanni Nepumuceno), con il duomo e diverse cattedrali. È anche presente un invitante mercato gastronomico e, poco lontano, la birreria/birrificio Hofbräuhaus. Qui, nel 1920, Adolf Hitler enunciò i 25 punti principali del suo scellerato partito politico.

La patria della Pilsner

Lasciata Monaco, il giorno seguente ci siamo diretti in Repubblica Ceca, e più precisamente verso la città di Plzeň. Quella stessa mattina contattai la ex ragazza – ceca – di un mio amico, che sapevo abitava in quella cittadina. Non era più così, ma gentilmente ci offrì il suo aiuto, che consisté nel farci dormire con i nostri sacchi a pelo nel salotto di un’altra sua amica (a cui l’aveva chiesto per noi, chiaramente), a noi sconosciuta fino a quella sera stessa.

Durante l’attesa abbiamo avuto modo di camminare per le desolatissime vie di Plzeň, una città ordinata che supera i 200.000 abitanti ma che pareva quasi totalmente deserta, forse perché era un martedì sera. La piazza centrale, comunque, era incredibilmente bella, con l’enorme chiesa gotica di San Bartolomeo che svettava, scura e aguzza, verso il cielo roseo del tramonto. La stessa piazza e le vie del centro erano circondate da case color pastello e silenzio.

Dopo aver degustato il prodotto tipico del posto – la birra Pilsner Urquell – abbiamo dormito sul parquet della viaggiatrice boema, e la mattina seguente ci siamo rimessi in marcia verso Praga.

La capitale ceca è stata il punto più lontano raggiunto durante questo roadtrip e, a mio avviso, anche il migliore. Dopo aver fatto check-in in un ostello a sud della “città vecchia”, ci siamo subito incamminati verso il Malà Strana (Piccolo Quartiere) aldilà del Ponte Carlo – bello ma super-affollato.

La città vecchia, qui, è tutto un saliscendi di vicoli e stradine acciottolate, rese ancor più fastidiose dall’intenso traffico che può andare un po’ ovunque. Siamo saliti a piedi nell’enorme complesso del Castello di Praga, che abbiamo visitato solo esternamente e all’interno dei suoi cortili e giardini, ma non negli edifici: la lenta coda per l’accesso al Duomo di Praga serpeggiava lungo tutta l’ampia piazza interna per più di cento metri.

Dopo aver esplorato buona parte della collinetta medioevale a nord-ovest della città (ed esserci rilassati in un parco per un paio d’ore), abbiamo riattraversato il fiume Moldova e siamo tornati nella “Città Vecchia”, la parte più sublime dell’intera capitale boema. L’enorme piazza centrale ospita numerosi palazzi barocchi e gotici, con la Chiesa di Santa Maria di Týn che svetta alle spalle di un altro edificio. Sempre nella piazza è presente la Torre del Municipio, famosa per ospitare l’interessante Orologio Astronomico.

A cena siamo tornati nuovamente aldilà del ponte, dove in un piccolo ristorante locale abbiamo cenato con una tipica zuppa servita all’interno di un’ampia pagnotta scavata.

Una piccola parte dei cortili di Mauthausen

Nazisti e Imperi

Il giorno seguente abbiamo lasciato la splendida, pulita e ordinata capitale Ceca per tornare in Austria. La tappa scelta fu quella di Mauthausen, una cittadina sul Danubio tragicamente famosa per aver ospitato uno dei più grandi campi di sterminio nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale. L’entrata è libera, e un’audioguida nella propria lingua costa appena 3 €. Nonostante ci fossi già stato una quindicina di anni prima, la sensazione amara e incredula di fronte a quei luoghi – ormai silenziosi e quieti – è rimasta alta. La giornata calda e assolata faceva a pugni con le storie raccontate nell’audioguida, e ogni visitatore della struttura sembrava aggirarsi sconsolato tra le baracche di legno e le “fredde” camere di cemento.

Particolarmente emozionante è stato il grande giardino davanti l’ingresso, dove ora sono posti decine di monumenti e lapidi donati da più di 40 Paesi diversi.

Lasciato il Lager, ci siamo allontanati di una trentina di chilometri e abbiamo piantato la nostra tenda letteralmente sulla sponda meridionale del Danubio. Il tramonto del quale abbiamo goduto è stato magico e caldo e, dopo la scomoda nottata in tenda, ci siamo diretti verso Vienna, appena nominata “Città più vivibile al mondo”.

Anche lì c’ero stato molti anni prima, ma non mi ricordavo quasi nulla. È stato piacevole rivedere alcuni posti con occhi più adulti, e ammirare quelle immense piazze e viali circondati ovunque dai pomposi palazzoni imperiali fatti erigere dagli Asburgo, in stile barocco, gotico, neoclassico, eccetera.

Essendo impossibile visitare tutto in una giornata e mezza, abbiamo optato per una visita alla sublime – e barocca – Biblioteca Nazionale Austriaca (8 € per l’accesso alla “Sala Magnifica”), e all’immenso parco del Palazzo di Schönbrunn, ovvero la residenza estiva degli Asburgo e il principale punto d’interesse della città di Vienna.

Con 8 € è possibile ottenere un abbonamento giornaliero per tutti i mezzi pubblici (metro, tram, bus), indispensabili per muoversi in una città tanto grande e trafficata. Nei parcheggi a piani “Park & Ride”, inoltre, è possibile parcheggiare l’automobile per soli 3,60 € al giorno. Forse per questi ultimi due motivi Vienna ha scalzato Melbourne dalla classifica delle città più vivibili al mondo (scherzo).

Un lago fotogenico

Lasciata la capitale austriaca ci siamo ridiretti verso l’Italia, fermandoci per una breve sosta e un veloce pranzo nel centro della cittadina di Graz. Casualmente siamo capitati in città durante un Festival Folk, che occupava la piazza principale con un enorme palco sul quale un’orchestra accompagnava diversi artisti locali, con orde di austriaci in abiti tirolesi che spesso appoggiavano i loro boccali di birra per applaudire i musicisti.

Lago di Braies

Dopo Graz, l’autobahn austriaca è diventata pian piano un’autostrada italiana, che ci ha accompagnati al cospetto delle massicce pareti delle Dolomiti. Abbiamo campeggiato così in un

parcheggio nella località di Braies, a pochi chilometri dal famoso lago alpino che abbiamo raggiunto al tramonto e poi ancora il mattino seguente, nell’ultimo giorno di viaggio.

Il Lago di Braies è un piccolo specchio d’acqua quasi perennemente calmo e piatto, circondato dalle vette granitiche delle Dolomiti e, purtroppo, da orde di viaggiatori che l’hanno recentemente scoperto grazie a Instagram.

Tra le 7 e le 9 di mattina la folla ancora non c’è, ed è possibile apprezzare lo spettacolare panorama montano tra un brivido di freddo e l’altro.

Dalle 9:30 in poi, però, la situazione diventa insostenibile, con centinaia e centinaia di turisti che vengono sbarcati da autobus e camper per correre alle tante barchette a remi che punteggiano il lago, o per circumnavigarlo a piedi lungo il sentierino di 3 km.

Dopo sette giorni e sei notti siamo quindi rientrati dalle parti di Bergamo, e questo roadtrip di 2.200 km ci è costato meno di 250 € a testa.

Costi (cadauno):

Ostelli               58 €
Autostrada      26 €
Parcheggi        14,3 €
Benzina            57 €
Visite                11 €
Varie e cibo     70 € (circa)
Totale:             236 €

Gallerie →  AustriaGermaniaRepubblica CecaLago di Braies

0 Comments

Leave A Comment

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.