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"Non viaggio per scappare, ma per scoprire"

Tasmania

La sera del 18 luglio ci siamo imbarcati sul traghetto Spirit of Tasmania.

Questa volta eravamo in quattro: io e L., con la nostra Betsy, e poi R (amico di L. appena arrivato dall’Italia) e J. con il van di quest’ultimo. Mi ero dimenticato di dire che J., lo svedese conosciuto a Perth all’inizio, mi raggiunse in ostello a St Kilda in maggio, non lo vedevo da mesi. Lavorò anche qualche settimana con G, che ci raggiunse pure lui per tre settimane dopo i suoi lavori in farm (questi personaggi li avevo presentati in questo articolo inziale).

Arrivammo a Devonport la mattina del 19 luglio.

In Tasmania avevamo solo una settimana di tempo, quindi abbiamo fatto un giro molto veloce dei principali punti d’interesse, tralasciando completamente la parte meridionale e occidentale dell’isola, per la quale sarebbe servita almeno una settimana in più.

Dopo aver esplorato Launceston e il Cataract Gorge, il 20 ci siamo diretti sulla costa orientale, in particolare alla bellissima Bays of Fires.

Avevamo passato più di tre mesi bloccati in una città caotica come Melbourne ed è stato magnifico tornare finalmente sulla strada, liberi, con il solo “compito” di dover decidere cosa fare e vedere di giorno in giorno.

In serata siamo arrivati a Coles Bay, porta d’accesso per il Freycinett National Park, uno dei più belli di tutta l’Australia, nel quale il giorno seguente abbiamo percorso a piedi tutto il tracciato nella foresta di circa 15 km che ci ha portati agli Hazards e poi a Wineglass Bay, forse il punto più noto di tutta la Tasmania.

Siamo poi arrivati alla capitale, Hobart, alloggiando al bellissimo ostello Pickled Frog. Ostello molto hippie, con una sala lettura, un bigliardo e un vero e proprio pub all’entrata (se mettete un like alla loro pagina vi offrono una birra), con qualche chitarra appoggiata qua e là disponibile per chiunque.

La neve a luglio in Australia

The Pickled Frog Hostel, Hobart

A Hobart abbiamo iniziato a fare i conti con l’inverno australiano: il secondo giorno quando ci ha bloccato la strada per salire sul Monte Wellington al tramonto, e il terzo giorno quando ci ha sorpresi con una bufera di neve mentre cercavamo di raggiungere la diga Gordon nel Mount Field National Park.

Purtroppo abbiamo dovuto fare marcia indietro perché il van di J non riusciva a proseguire e, tornando ci siamo imbattuti in un albero caduto, tolto di mezzo con l’aiuto di altri backpackers bloccati anche loro in mezzo alla strada. Anche la nostra vecchia Betsy ha voluto dare una mano spostando un pezzo di tronco.

Lasciata Hobart ci siamo diretti verso Cradle Mountain, la montagna più alta dell’isola, situata nell’omonimo Parco Nazionale, noto per contenere il più famoso percorso di trekking di tutta l’Australia, l’Overland Track, lungo 80 km e percorribile in circa otto giorni ma solo nei mesi estivi (infatti il Parco a luglio era coperto di neve). A Cradle Mountain abbiamo pernottato in uno chalet molto caldo e accogliente, interessante.

Gli ultimi due giorni li abbiamo spesi raggiungendo un altro chalet in mezzo alla foresta a Crayfish Creek, sulla costa settentrionale dell’Isola, e lì vicino la cittadina di Stanley, con il suo ripido promontorio chiamato Stanley Nut (noce). Merita una visita per la vista mozzafiato dalla cima del promontorio e per il tenebroso cimitero alle sue pendici.

Insomma, in Tasmania abbiamo fatto un giro molto rapido perché avevamo già il biglietto di ritorno del traghetto e un altro lungo road trip che ci aspettava sulla main land, però posso dire che i paesaggi sono magnifici e vale sicuramente la pena farsi la traversata per vedere anche quello stato australiano.

Il 37% della Tasmania è costituito da aree protette e parchi naturali. Noi ci siamo stati in inverno, e già era bello. Ma in estate è sicuramente molto meglio, sia per la natura, che per la fauna (non abbiamo visto il famoso Diavolo ma solo un goffo Wombat nella neve), che per i paesaggi e la possibilità di sfruttare al meglio le spiagge e, soprattutto, l’Overland Track, facendo trekking nel vero cuore dell’Isola.

In Tasmania l’artista che più riecheggiava in auto era questo.

Qui la galleria completa della Tasmania.

Continua…

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