Perché non ho (ancora) imparato a suonare il pianoforte?

Da quando sono partito per l’Australia – nell’ormai lontano settembre 2015 – sempre più persone che conoscevo (e altre che ho conosciuto poi) mi hanno detto “Eh, beato te. Quanto piacerebbe anche a me partire!”.
Ad oggi solo tre vecchi amici hanno effettivamente stravolto la loro vita in questi ultimi anni. Non dico l’abbiano fatto grazie al mio “esempio”, ma probabilmente qualche spunto l’hanno preso. Un paio, come me, sono partiti per delle working holiday; un altro ha mollato il suo posto fisso per buttarsi a caso in un’attività lavorativa autonoma e completamente diversa, collegata alla sua passione principale.
Il risultato è che tutti e tre sono più felici di prima, come da dichiarazioni.
Poi, da citare, ci sono anche quelli che con la loro vita di scuola-lavoro-casa-famiglia-pensione-morte sono superfelici (finché la morte non fa lo scherzo di anticipare qualche posizione), e non la cambierebbero per nulla al mondo. E buon per loro, hanno tutto già lì pronto e facile, senza neanche dover pensare che ci può essere altro là fuori!
Tutti gli altri – e non bastavano le dita delle mie due mani per contarli – che volevano partire, o cambiare vita, o fare chissà che, non hanno cambiato nulla o quasi. E tutt’ora li sento lamentarsi della loro attualità, o mi sento dire ancora (dopo tre anni): “Eh, beato te. Quanto piacerebbe anche a me partire!”.
Ora, il punto non è il partire. Non per forza bisogna andare dalla parte opposta del mondo per uno, due o tre anni. Si può “stravolgere” l’attualità-che-non-rende-felici anche restando a casa, magari cambiando lavoro, oppure mantenendolo, ma cambiando orari per avere più tempo libero o per altre passioni (altro esempio funzionante in mio fratello, questo). Perché di fatto è proprio il tempo la cosa che conta più di tutto il resto.
Pensateci: perché l’oro vale così tanto? Non perché è poco, ma perché è difficile ottenerlo.
Ma se c’è una cosa che mai nessuno – nemmeno il pelato capo di Amazon, che pare essere il più ricco al mondo – potrà mai comprare, è proprio il tempo.
Perciò il suo valore è semplicemente inestimabile, nonostante tutti noi (anche io) ci ostiniamo a farcelo pagare 8-9 €/ora, o 20 Dollari Australiani/ora, o 18 Dollari Neozelandesi/ora, o 6000 Rupie Indiane/mese (120 €/mese).
Il Presidente Mujica parla del Tempo.
Tornando al succo del discorso – ed al titolo – ancora oggi mi chiedo come mai chi si lamenta della propria attualità non fa nulla per porvi rimedio? Poi, in realtà, mi do anche subito la risposta.
Escludendo i problemi di forze maggiori (quelli seri eh, scuso solo quelli davvero seri), che non permettono di cambiare mestiere (o partire per Sydney) da un giorno all’altro, di solito la gente non parte perché non è quella la sua priorità. Semplicemente. Non pone rimedio all’attualità perché in realtà è felice e si accontenta così.
Vi seppelliranno di scuse (scuse che prima di tutto ripetono a se stessi), di “Eh ma come faccio?; Eh ma non so le lingue; Eh ma il lavoro…; Eh ma poi quando torno cosa faccio?; Eh ma se va male?; Eh ma non ho abbastanza soldi (prima o poi ci sarà un articolo dedicato solo a quest’argomento); Eh ma – scusa qualunque”. In realtà non partono solo perché non è la loro priorità, perché niente li spinge (o attira) davvero a farlo, se non per le due settimane di vacanze canoniche di agosto, centrali nella sicurezza creata e fintamente imposta dall’alto.
La paura di partire da soli, o di non sapere la lingua, fila dritta nel cesso quando non vedi e pensi ad altro che attraversare il mondo (restando nell’esempio del viaggio).
So cosa intendo perché io l’ho fatto, e in giro per il mondo ho conosciuto decine di persone (di tutte le nazioni, età, livello culturale e capacità economiche) che l’hanno fatto, alcune anche molto più a lungo e lontano di me.
Io adoro la musica, suono la chitarra, e adoro vedere e sentir suonare il pianoforte, o la batteria. Ma perché allora non ho (ancora) imparato a suonarlo il pianoforte? Beh, perché non mi interessa così tanto! Non è una mia priorità!
Suonare la chitarra lo è stato quando ero adolescente, e l’ho imparata. Il pianoforte sì, mi piace, ma non è una priorità e non mi interessa a tal punto da sacrificare soldi, tempo e nervi per impararlo. Magari un giorno scalerà la mia classifica e mi ci metterò, non lo escludo, ma adesso semplicemente non mi interessa.
Quindi, per finire, la risposta definitiva e insindacabile a “come mai chi dice che vorrebbe tanto partire e viaggiare, o cambiare vita, poi non lo fa?” è la stessa alla mia mancanza di studio del pianoforte: “Non è la loro priorità, non gli interessa davvero così tanto (nonostante pare non lo sappiano)”.
P.S. In effetti ho imparato gli accordi principali e so suonare Let It Be al piano, ma questo vale come le vacanze di due settimane valgono per quelli che vorrebbero tanto fare il giro del mondo.
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